2025-04-11

"Tatà" di Valérie Perrin: il mistero tenero di una donna invisibile

"Tatà" di Valérie Perrin: il mistero tenero di una donna invisibile 

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Un romanzo che riporta alla luce i fili nascosti della memoria

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Valérie Perrin, autrice de Il quaderno dell’amore perduto e Cambiare l’acqua ai fiori, torna con Tatà, un romanzo intenso e poetico che mescola introspezione, mistero e affetti familiari. Il titolo, affettuoso e disarmante, racchiude tutto il calore di un legame silenzioso ma profondo, quello tra Agnès e la zia Colette, figura sfuggente che, pur restando ai margini, è stata il centro invisibile della vita della protagonista. 

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Il ritorno a casa come viaggio nell’anima 

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Tutto comincia con una telefonata che sconvolge ogni certezza: Colette, la zia calzolaia, è morta. Ma era già morta tre anni prima. Da qui si apre una doppia indagine, esterna e interiore. Agnès, regista di successo in crisi esistenziale, torna a Gueugnon, il paese dell'infanzia, per confrontarsi con un enigma che la costringerà a riesumare non solo un corpo, ma la verità stessa sulle sue radici, sul senso della famiglia e sul modo in cui ricordiamo — o dimentichiamo — chi ci ha amato in silenzio. 

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La trama: Un viaggio nella memoria e nelle radici 

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Agnès Septembre, regista parigina in crisi personale e professionale, riceve una telefonata dalla gendarmeria di Gueugnon: la zia Colette sarebbe stata trovata morta. Ma c’è un dettaglio sconvolgente: Colette è già morta da tre anni. O almeno così credeva. La scoperta mette in moto un’indagine personale e dolorosa, che costringe Agnès a tornare nella città della sua infanzia, tra ricordi, rimpianti e domande sospese. Chi era davvero sua zia? E chi è la donna sepolta con il suo nome, nella tomba che avrebbe dovuto accoglierla?

La storia si sviluppa come un'indagine intima e familiare, dove Agnès, accompagnata dagli amici dell'infanzia – Adèle, Hervé e Lyèce – ripercorre la vita di Colette: una donna schiva, silenziosa, appassionata tifosa del FC Gueugnon e calzolaia, che aveva saputo occultare al mondo intero una seconda esistenza.

Il racconto si alterna tra presente e passato: l'infanzia di Agnès, le estati trascorse con la zia, l'adolescenza del fratello Jean, prodigio musicale morto prematuramente, e una sorprendente rete di segreti che coinvolge personaggi del paese, documenti, lettere, e una casa misteriosa in rue des Fredins dove Colette ha vissuto in segreto fino alla morte.

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Scopriamo insieme le caratteristiche di “Tatà” 

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Il pregio principale di Tatà è la sua capacità di raccontare la quotidianità come se fosse un enigma da risolvere. Perrin intreccia sapientemente presente e passato, costruendo un mosaico narrativo dove ogni pezzo — dialoghi, lettere, ricordi — trova lentamente il suo posto. La scrittura è fluida, avvolgente, arricchita da dettagli evocativi: l’odore di naftalina nella casa di Colette, le scarpe in pelle blu sulla tomba sbagliata, i silenzi pieni di significato.

La figura di Colette è tra le più belle create dalla Perrin: una donna che ha vissuto ai margini, che ha amato profondamente senza mai chiedere nulla in cambio, che ha scelto l’anonimato come atto di ribellione e di libertà. L’autrice ci restituisce un’umanità fatta di piccole cose — una tazza di caffè, un foulard, una foto ingiallita — che riescono a commuovere senza sentimentalismi.

Anche il contesto provinciale è descritto con cura affettuosa: Gueugnon diventa un personaggio a sé, con le sue case, i suoi silenzi, le partite di calcio che scandiscono il tempo e un’intera comunità che si muove tra consuetudini, ipocrisie e legami indissolubili.

Il romanzo è un inno ai legami familiari non convenzionali, al valore del ricordo, all’importanza delle domande che non abbiamo mai avuto il coraggio di porre. È anche un libro sul tempo: quello che passa, che si ferma, che ritorna, e che alla fine ci chiede il conto delle cose non dette.

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Il nostro viaggio letterario non finisce qui 

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Tàtà si inserisce perfettamente nel filone di narrativa profonda e intimista che caratterizza i migliori romanzi pubblicati sul mio sito www.mauriziopreti.it. Per chi ha amato opere come Prima Pagina o La vendetta degli esclusi, questo libro sarà un incontro altrettanto potente. Colette potrebbe essere una sorella maggiore della madre in L’equazione irrisolta, e Agnès condivide con le protagoniste dei miei romanzi la capacità di attraversare il dolore con dignità, trasformando la perdita in riscatto e la memoria in narrazione.

La scrittura di Valérie Perrin, delicata ma incisiva, sa arrivare al cuore del lettore come le migliori pagine dei miei romanzi: quelle che ci fanno riflettere senza retorica, che ci spingono a guardarci dentro e a riconoscere i volti che abbiamo dimenticato troppo in fretta. 

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Arrivederci al prossimo articolo in cui parleremo di un altro libro interessante di Donatella Di Pietrantonio: “L'età fragile”.

Buona lettura.

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